Viva Fiorenza! La Nostra Storia


Il 17 febbraio 1530 Santa Croce divenne teatro di una delle più importanti sfide lanciate dalla Repubblica Fiorentina all’imperatore Carlo V. Quel giorno era Carnevale e la popolazione, nonstante fosse assediata ormai da molti mesi dalle truppe imperiali e allo stremo delle forze, non poté rinunciare a giocare la tradizionale partita di calcio. Anche le guardie della Repubblica abbandonarono le loro postazioni e si mossero in corteo fino in piazza a disputare quella partita. Non solo, i Musici andarono a suonare sul tetto della basilica per farsi udire meglio dai nemici. Così quella partita divenne atto di vilipendio nei confronti del nemico, dimostrando che Fiorenza era ancora viva e non si sarebbe arresa facilmente. Nessuno sa come andò a finire quella partita, chi risultò vincitore tra Bianchi e Verdi, ma sta di fatto che essa fu la più grande dimostrazione di forza e di fiera appartenenza alla Repubblica che i fiorentini potessero dare. Viva Fiorenza!

Giglio

I Nostri Personaggi Storici


Il Gruppo dei Musici è composto da un Ufficiale Maestro di Musica che lo dirige, da un capo tamburo, detto Tamburo Maggiore, da trentasei Tamburini, ventisei Trombetti e da dieci Pifferi. Come gran parte del Corteo Storico della Repubblica Fiorentina, i costumi dei Musici furono disegnati nel 1930 dal'arch. Alfredo Lensi, ispirandosi a opere d'arte del Rinascimento.

Maestro dei Musici

Maestro dei Musici

Ruolo: Ufficiale che dirige tutto il gruppo. Con il bastone comanda la direzione di marcia, le battute ai tamburini e il tempo di entrata ai trombetti e ai pifferi.

Costume: veste di panno azzurro con ampio mantello bordato di giallo, calze azzurre, scarpe rosse, cappello di panno azzurro piumato, bastone di comando con pomo dorato in cima, guarnito di nappe

Armi: spada.

Bastone e Spada del Maestro dei Musici

Tamburo Maggiore

Tamburo Maggiore

Ruolo: detto anche “Capo Tamburo”, ritma le battute e il passo. Talvolta può fare le veci del Maestro dei Musici.

Costume: veste di panno di lana gialla soppannato di azzurro, brache sboffanti a tiracchie, berretta di panno gialla piumata e calze parimenti gialle, mezzobastone di comando.

Armi: spada.

Bastone e Spada del Tamburo Maggiore

Tamburini

Tamburino

Ruolo: suonano il tamburo imperiale. Quando vengono suonate le marce sono suddivisi in due voci.

Strumento: tamburo imperiale costituito da una cassa cilindrica di legno alta 52 cm e di diametro di 47 cm, verniciata in avorio e decorata con il Giglio Rosso e la Croce del Popolo e chiusa alle estremità da pelli di capra o montone tirate a corda.

Costume: vestono giacconi in panno giallo bordato in rosso con maniche in stamina di lana azzurra, calze corte gialle con risvolta azzurra, scarpe scamosciate al naturale, berretta di panno azzurro bordata di giallo, piumata. Sono dotati di pugnale a mano sinistra, portato posteriormente alla vita. I tamburi sono portati ad armacollo da sinistra a destra, agganciati ad una bandoliera di cuoio grezzo con porta bacchette.

Armi: pugnale a mano sinistra, portato posteriormente alla vita.

Tamburo

Trombetti

Trombetto

Ruolo: suonano la chiarina ornata di drappella gigliata. Sono suddivisi in tre voci: otto prime chiarine, otto seconde e otto terze.

Strumento: la chiarina è un tipico strumento fiorentino della famiglia degli ottoni del tipo in “FA” senza pistoni, piegato a forma di S molto schiacciata che emette suoni con l’articolazione della lingua e il sapiente uso delle labbra. Il primo prototipo era intonato in Si bemolle e misurava circa 135 cm distribuiti su un unico tubo diritto, simili agli strumenti ideati da Giuseppe Verdi per la sua Marcia Trionfale dell'Aida. Dato che erano molto scomode nell'uso nonché soggette a piegature e danneggiamenti, si decise di farle lunghe 170 cm, ma con un ritorto, per una lunghezza reale di 80 cm, intonandole in Fa naturale.

Costume: vestono un giubbone azzurro tranciato e bordato in panno giallo con maniche in stamina di lana rossa, brache rosse a sboffo con tiracchie azzurre, calze rosse basse sotto il ginocchio con rovescia azzurra, berretta di panno rosso piumata.

Armi: pugnale a mano sinistra.

Chiarina

Pifferi

Piffero

Ruolo: suonano il piffero.

Strumento: il piffero (dall’antico fiffaro di tradizione svizzera) è un piccolo flauto traverso in legno di ebano con 6 fori nella parte superiore e nessuno in quella inferiore, quindi senza quello che negli strumenti moderni si chiama “portavoce”. Il cambio dell’ottava nella loro estensione è ricondotto, pertanto, all’intensità di fiato insufflato dal suonatore.

Costume: vestono un costume in panno rosso con grande goletta bianca e maniche azzurre, calze basse gialle con rovescia azzurra e berretta piumata in panno nero bordata di rosso.

Armi: pugnale a mano sinistra e con fornimento a vela.

Piffero

Giglio

Testimonianze Storiche & Artistiche


Sotto potete trovare alcune delle Tesminianze Storiche e Artistiche dalle quali sono stati tratti i nostri costumi e le nostre usanze

Assedio Di Firenze (Affresco)

Affresco Assedio di Firenze

Questo affresco di Stradano/Vasari è situato in Palazzo Vechio, nella stanza di Clemente VII (oggi ufficio del Sindaco) e rappresenta l'Assedio di Firenze avvenuto tra il 1529 e il 1530. Sono riconoscibili molti monumenti cittadini. Le truppe imperiali sono riconoscibili dai vessilli gialli e si notano attorno alla città gli edifici dove alloggiavano i capitani degli eserciti nemici e gli accampamenti dei soldati con tende e botteghe. Da questo affresco sono stati ispirati alcuni dei costumi del Corteo Storico della Repubblica Fiorentina.

Presa Di Porto Ercole (Affresco)

Affresco Presa di Porto Ercole

Questo affresco di Vasari è situato in Palazzo Vecchio, nel Salone dei Cinquecento e rappresenta la conquista di Porto Ercola avvenuta nel 1555? da parte dell'esercito Mediceo/Spagnolo. In primo piano, in basso sulla sinistra, possiamo vedere un tamburino intento a suonare il tamburo. Questo è una delle pitture che hanno ispirato i costumi dei nostri tamburini.

Massimiliano d'Austria che tenta la conquista di Livorno (Affresco)

Affresco Conquista di Livorno

L’affresco che si trova nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio rappresenta “Massimiliano d'Austria che tenta la conquista di Livorno”. Anche qui possiamo vedere la figura di un tamburino e, subito dietro ad esso, quella di un suonatore di uno strumento che ricorda il flauto traverso, il nostro piffero.

Madonna col Bambino, Sant'Anna e quattro Santi (Dipinto)

Dipinto Madonna col Bambino, sant'Anna e quattro santi

Il Dipinto ad olio su tavola di Pontormo, datato 1529 circa, si trova al Museo del Louvre. Nel medaglione situato in basso al dipinto possiamo ammirare i rappresentanti della Processione di Sant'Anna. Tra loro suonatori di trombe, adornate di drappe con il giglio di Firenze e la Croce Rossa, e pifferi. Fu da questo dipinto che, l'architetto Lensi, trovò l'ispirazione per creare il costume dei nostri trombetti.

Storia Fiorentina (Racconti scritti)

Libro Storia Fiorentina di Varchi

Secondo la Storia Fiorentina di Messer Benedetto Varchi, i musici, durante l'assedio di Firenze avvenuto tra il 1529 ed il 1530, sono protagonisti di alcuni eventi degni di nota. Il mattino del 27 ottobre 1529, per espressa richiesta della Signoria, Malatesta Baglioni si recò sui bastioni di San Miniato, seguito da un corteo composto principalmente da musici e trombettieri a sfidare le truppe imperiali. La banda suonò a lungo inni e marcette, senza provocare alcuna reazione nel campo avversario. Malatesta inviò al Principe d’Orange, comandante delle truppe di Carlo V, anche un “trombetto”, per sfidare il condottiero imperiale al combattimento. Il principe non rispose probabilmente perchè ritenne tutta la messinscena non particolarmente pericolosa. Come ultima provocazione, al rullo di tutti i tamburi presenti, gli oltre 150 pezzi d’artiglieria che si trovavano sulle mura di Firenze furono fatti sparare contemporaneamente, un enorme boato la cui eco fu udita probabilmente in tutta la piana fiorentina.

Nelle stesse scritture troviamo il racconto dell'episodio cardine della tradizione del Calcio Storico: “Agli diciassette (del febbraio 1530) i giovani, si per non intermettere l’antica usanza di giocare ogn’anno per carnovale, e si ancora per maggior vilipendio de’ nimici, fecero in sulla piazza di Santa Croce una partita a livrea, venticinque bianchi e venticinque verdi, giocando una vitella; e per essere non soltanto sentiti, ma veduti misero una parte de’ sonatori con trombe e altri strumenti in sul comignolo del tetto di Santa Croce, dove dal Giramonte fu lor tratto una cannonata; ma la palla andò alta, e non fece male né danno a nissuna persona (…) ”.